Viaggio nella grotta di Rio Martino

R.M. 80


"Viaggio nella grotta di Rio Martino"

.......................Percorriamo una cinquantina di metri oltre la strettoia, e qui troviamo uno spiazzo di terra idoneo al nostro camping, non c’è acqua e non ci sono troppe rocce, molliamo a terra i nostri zaini insieme a tutto il resto e ci sfiliamo subito gli stivali per svuotarli della preziosa neve ce abbiamo raccolto lungo il sentiero.
Iniziamo un confuso avanti-indietro destra-sinistra per
percorriamo una cinquantina di metri oltre la strettoia e quì troviamo uno spiazzo di terra battuta idoneo al nostro camping, non c'è acqua, quindi abbiamo eliminato il fastidio del rumore, non ci sono rocce e quindi anche la nostra schiena ne troverà giovamento. molliamo a terra i nostri zaini e borse, insieme a tutto il resto,.........

... iniziamo un confuso avanti.indietro, destra sinistra per cercare la posizione migliore, e dopo qualche minuto e qualche disappunto la decisione è presa:

- mettiamole qui -

si inizia con lo stendere il celophane su cui metteremo le tende, disfiamo il rotolo contenente le noste tende e oplà due pali, quattro picchetti ed il gioco è fatto, le tende sono su.....

....Siamo nuovamente in marcia, dopo aver fatto il solito passasacchi ed aver staccato corde e scalette.
Qui non c’è acqua, ma bellissime stalattiti e stalagmiti che si incontrano e si collegano tra di loro, poi un buco: il suo attraversamento pare impossibile eppure qualcuno è già passato, quindi possiamo, anzi, dobbiamo passare anche noi, ci vorrebbe un po’ di grasso per scivolare meglio, ma cercheremo di fare senza. E trasformandoci in vermi, ci infiliamo, dopo esserci tolti caschi cordini e moschettoni o altro che poteva farci incastrare, l’uno dopo l’altro nel passaggio facendoci scivolare sopra (sotto e di fianco) la nuda e viscida roccia. Il vento è molto forte proprio dovuto allo stretto ed unico passaggio forzato, infatti viene proprio chiamato “ cunicolo del vento”, la torcia a vento che avevo accesa mi si spegne, ma per fortuna ci sono le pile elettriche da casco che ci soccorrono. .......

.......Dopo un po’ di fatica riusciamo a venirne fuori.
Bellissima stanza piena di concrezioni e stalattiti di forma sottilissima chiamate “capelli d’angelo” , canule trasparenti, forse questa è la stanza più bella di tutta la grotta: ma tutto ciò è relativo...........

.....arriviamo quindi in un punto in cui tutti ci fermiamo di colpo come se la macchina che procedeva a grande velocità, inchiodasse, lo stridio delle gomme non si sente ma poco ci manca. Siamo arrivati in un punto in cui ci si deve abbassare un po’ troppo, ce lo aspettavamo dalle descrizioni, ma non proprio così. L’acqua è profonda si e no trenta centimetri, ma questo non è niente, il guaio è che il soffitto con una lastra di calcare si avvicina nel punto migliore, a trenta centimetri dal pelo dell’acqua, quindi fate un po’ voi i dovuti calcoli ed immaginate le nostre incertezze o titubanze, si potrebbe facilmente superare l’ostacolo facendo una flessione, ossia puntando i piedi e le......



...Inizio rimboccandomi le maniche, metto le mani nell’acqua ma le ritiro subito
- è fredda gelida –
- ma non fare lo scemo sii uomo –
riprovo, ma nonostante i suoi cinque gradi mi sembra sia sottozero, provo ad avanzare, piego le ginocchia, non basta, non ci passo.
- non essere il solito imbranato-
- vorrei vedere voi al mio posto, è stato facile per voi inginocchiarsi –
torno indietro, ma dove è finito il mio orgoglio ? forse in fondo ai miei stivali. Riprovo, mi piego a filo dell’acqua, fino al limite, sono steso al massimo, come se facessi una flessione, sto per passare e sento un rivolo d’acqua che entra negli stivali.
-è gelida –
e un coro di :
- dai che ce la puoi fare –

E quando sento che l’acqua è arrivata fino in fondo ai miei stivali, prendo la decisione più giusta e poso le ginocchia nell’acqua gelida e non ci penso più, anche se sento entrare l’acqua a fiotti nei miei stivali, e con un colpo di reni camminando come un granchio sono dall’altra parte e mi alzo......





....fatte alcune decine di metri tra stalattiti e foto, ci troviamo circondati da colate di calcare nell’altrettanto agognata sala della zampa dell’elefante, un drappeggio di calcare che ne ricorda la forma, scende fino a pelo dell’acqua ma la si può circun-navigare sui tre lati, il drappo sarà lungo sui cinque metri che partono dalla parete finendo con la sagoma della zampa in centro alla stanza.Foto di prammatica intorno ad essa e ripartiamo. Ma ci fermiamo dopo pochi metri, di fronte a noi un a stalattite, chiude un passaggio, è una stretta fessura di calcare che quasi si unische alla parete di fronte, la pozza è sempre più profonda, provo ad avanzare ma l’acqua arriva oltre il ginocchio ...






...mi ributto in ginocchio e percorro l’assicella che sta a venti centimetri sotto il pelo dell’acqua, che ancora una volta sta entrando negli stivali, ma sono fuori con la testa poi il braccio sinistro, sto abbracciando una bellissima stalattite: oh come l’amo !.
- dai che ce la fai –

Stringo i denti, esco con l’altro braccio gemendo , ma ora l’acqua non entra più negli stivali, perché con le due braccia riesco a sollevarmi leggermente dall’acqua, è quasi un sollievo, sono quasi passato.
- ecco.. dai.. –
- sono fuori –
- visto ? –
- Francesco hai visto ce l’ho fatta anche io –
Perché l’ho detto proprio a lui ? ma, forse perché sono contento che anche lui ce l’abbia fatta, in fondo ho vissuto per un po’ le sue incertezze o titubanze, ed anche perchè essendo un novellino, era quello di cui ci preoccupavamo un po’, e forse-forse, se non passava lui non ci sarei passato neppure io. ...

...Ancora un passo e sono con i piedi saldi sulla roccia e le mani saldamente attaccate a qualche spuntone di roccia sulla parete, lì c’è il canotto che aspetta solo me per partire, è l’ultima corsa. Mi lascio cadere dentro.
- ohhhh che bello –
Mettendo finalmente il culo su qualcosa di morbido attraverso il laghetto, trascinandomi con le mani sulle stalattiti che pendono dal soffitto che in questo punto è molto basso , per ....

....., e qui decidiamo di non fare la nostra solita via, ma scegliamo di seguire il fiume, la via dei fratelli Perotti, quindi superato un salto di roccia siamo sulle antiche passerelle e pian piano scendiamo mettendo delicatamente i piedi sul scivoloso legno, ci affacciamo sulla destra e possiamo vedere l’uscita e il precipitarsi verso il basso dell’acqua che formerà la cascata.

Proseguiamo sempre sulle passerelle, verso sinistra, seguendo il fiume contro corrente, a quanto pare le passerelle sembra che siano molto stabili, ed è incredibile se pensiamo a quanti anni hanno passato sotto l’acqua. Continuiamo lungo il fiume , una scaletta ci aiuta a superare una cascatella di tre metri.



Altre passerelle percorrono il fiume attraversandolo qua e là, infine arriviamo da un passaggio poco più in basso del tavolino,









....inizio ad addentrarmi e dopo neppure venti metri di salti tra una roccia e l’altra, trovo una pozza rossa, si rossa che più rosso non si può, lo dimostreranno le fotografie, ora sono più che mai convinto che la Sala Rossa è qui nei paraggi.

Non penso neppure ad avvisare gli altri tanto è il mio stupore, seguo il punto da cui sgorga l’acqua per formare il laghetto, un altro buco, mi ci infilo e oramai sono deciso ad andare fino in fondo prima di avvisare gli altri.

Sono passato dall’altra parte, e mi affaccio ad una sala di notevoli dimensioni, e sulla destra una colata di una decina di metri , una colata tutta rossa, tale è il mio stupore che non deve essere solo mia questa visione, e con emozione che intraprendo il percorso a ritroso quasi di corsa, e forse un po’ troppo alla rinfusa e questo può essere pericoloso, infatti mi trovo con una mano spelacchiata ed un livido sul ginocchio.

Percorro il tratto che mi separa dagli altri urlando a squarciagola:
- venite è quiii , l'ho trovataaaa






...ed inizio a percorrere il basso cunicolo a carponi, per fortuna non c’è acqua, non l’avrei più sopportata.
Dopo una decina di minuti di percorso a carponi nel calcare dove incrocio un trio di vaschette nel calcare, arrivo in un punto che mi sembra di riconoscere,....



















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FATTI E MISFATTI DEL 1980

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